giovedì 14 agosto 2014

Un anno fa, ieri. Mi illumino di fesso di Davide sassoli


Ebbene... è passato un anno da quando ho lasciato il Movimento 5 Stelle e, a tanti mesi di distanza, a mente fredda, ci sono alcune cose che vorrei dire.

Intanto grazie a tutti quelli che mi hanno sopportato durante i mesi di attivismo sfrenato, in cui ero totalmente assorbito e non guardavo in faccia a nessuno, men che meno chi non condivideva le mie posizioni e il mio entusiasmo. Sono stato spesso scortese e avventato nei miei giudizi e, da buon grillino, non volevo sentire ragioni.


Ciò che fa più male, anche a distanza di tempo, è che in molte di quelle cose credo ancora.

Credo davvero nel sogno della democrazia partecipata, in cui rappresentanti delle istituzioni e cittadini si siedano allo stesso tavolo, senza colori, né schieramenti o pregiudizi, e trovino insieme le soluzioni ai problemi di una comunità di cui sono entrambi parte attiva.

Credo davvero nell'idea che le persone oneste possano tornare a contare e che non siano la furbizia e la spigliatezza nel parlare in pubblico le uniche qualità che permettono a un uomo o a una donna di farsi strada in politica.

Credo anche che non sia giusto arrendersi e dire che siamo solo un paese di ladri e di furbi e che le cose non cambieranno mai.

Quello a cui non credo più, ormai, sono i simboli.

Il Movimento 5 stelle era proprio questo, un simbolo. Dietro a cui avrebbero dovuto esserci condivisione, partecipazione, sviluppo di idee innovative e tanta voglia di riscatto da parte di chi era stufo di farsi manovrare da altri ed era disposto a rischiare di scendere in campo in prima persona, per difendere i propri diritti e quelli degli altri. Ma in realtà era solo un altro partito, abilmente camuffato da movimento d'opinione e dotato di un perfetto e oleatissimo sistema di reclutamento di manovalanza a costo zero votato a un solo scopo: la promozione a ogni livello di un marchio, di un brand, in maniera non dissimile dalle tecniche usate nella promozione delle più note sigle del mondo occidentale (CocaCola - Prada - Shell...).

La domanda che si fa di continuo uno come me è: come ho fatto a non vedere quello che avevo davanti agli occhi? come ho fatto a non capire?

Era tutto sotto il nostro naso, talmente ovvio che ai più viene da ridere a ripensarci, eppure allora non ce ne siamo accorti, come se fossimo legati a quel marchio che tutto era e tutto poteva da un cordone ombelicale indissolubile. Abbiamo pedalato e pedalato, abbiamo volantinato, fatto banchetti, votato, litigato, mancato impegni e compromesso amicizie, senza farci domande e senza esitazione alcuna. E poi, quando era il momento di cominciare a raccogliere i frutti delle nostre fatiche... puf! Non c'era niente da raccogliere, avevamo servito il nostro scopo e non c'era più bisogno di noi. Tanti saluti!

Come abbiamo fatto a cascarci?

Torna utile citare il buon vecchio David Duchovny, in arte "l'agente speciale Fox Mulder" della famosa serie X-Files: "I want to believe!"

Abbiamo scelto di crederci!

Forse perché eravamo alla disperata ricerca di qualcosa di diverso dalla nauseante pozza di letame politico in cui eravamo costretti a sguazzare come miseri elettori del nulla. Forse solo perché eravamo dei fessi.

Ora continuiamo l'avventura esattamente come l'abbiamo cominciata: con entusiasmo e voglia di fare. Abbiamo eletto un consigliere in comune e abbiamo promesso di aiutarlo a fare il suo dovere al meglio delle nostre capacità, e credo che ci stiamo riuscendo. Ci hanno bastonati ma non ci hanno piegati e questa, in fondo, è una grande vittoria.

Voglio invitare tutti coloro che hanno perso fede e speranza nella politica ad avere un po' più di entrambe in se stessi. Abbiate il coraggio di mettervi in gioco, uscite dalla tana, ricominciate a credere nella comunità e nel fatto che assieme possiamo arrivare dove nessun simbolo o partito ci potrebbe mai seguire. Forza!

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