giovedì 29 gennaio 2015

Giunta di #Treviso, quanto ci fai spendere?

L'ingresso al Museo da Piazza Botter
Finalmente abbiamo avuto il tempo di visionare progetto e i capitolati dei lavori da svolgersi al Museo di Santa Caterina al fine di ospitare le mostre di Goldin.
Ci sembra doveroso, quindi, porre all'attenzione di tutti qualche numero...

Il progetto prevede il coinvolgimento di 3 sale, le ex scuderie fronte piazza Matteotti, il piano primo delle stesse e la sala "grandi tele" posta al primo piano del Museo, di  fronte alla vecchia scala in marmo.
Le opere, per un costo totale di Euro 1.225.000 (come da deliberazione di Giunta comunale del 19.12.2014)  riguardano il rifacimento dell'impiantistica delle sale per circa 600.000 Euro e alcune modifiche edili e di arredo (pannellature, banconi, una nuova biglietteria da aggiungere all'esistente) per ulteriori 600.000 Euro.
A nostro avviso, questi costi che suonano iperbolici sono, in realtà, sottostimati se leggiamo i prezzi dei materiali e delle lavorazioni di posa quantificati nella redazione del capitolato d'appalto. 

La cifra di 1.225.000 Euro è una stima praticamente sottocosto.

L'inevitabile conseguenza di questo è che l'importo dei lavori è destinato a lievitare oppure che la concreta messa in opera avvenga con materiali di scarsissima qualità, lavorati in maniera approssimativa e senza il rispetto delle "buone regole del costruire".
Non sapremmo scegliere la prospettiva meno nefasta per le casse comunali, per il Museo di Santa Caterina e, quindi, per il patrimonio pubblico di Treviso.

La fase progettuale è stata realizzata in parte "in casa" affidandola a tecnici dell'ufficio lavori pubblici del comune e in parte è stata utilizzata la consulenza di professionisti esterni, in particolare per la parte impiantistica, per la parte esecutiva  e di direzione lavori e per le competenze relative alla sicurezza di cantiere ex L. 494/96, per un totale di oltre 100.000 euro + IVA.

Un importo lavori di circa 860.000 euro genera, quindi,  compensi  ai professionisti esterni pari a circa 100.500 Euro per un'attività tecnica solo parziale, considerato che parte del lavoro di progettazione viene svolto da tecnici interni al comune. La cifra complessiva, poi, è fuori di ogni logica per dei lavori di allestimento e manutenzione straordinaria la cui durata prevista è di soli 3 mesi.
Aggiungendo IVA, imprevisti e balzelli vari si arriva alla spesa totale, ormai tristemente nota, di 1.225.000 euro, e questo in sostanza per fare cosa:
  • disallestire i recenti impianti delle sale e rifarli; 
  • demolire 8 servizi igienici e rifarli con materiali ed elementi di minor costo e minor pregio degli esistenti a giudicare dai prezzi preventivati; 
  • rifare il manto di copertura per interporre una guaina bituminosa ed un pannello di legno di 18 mm di spessore a "fini isolanti"; 
  • sostituire e/o porre in opera nuove porte, nuove finestre o ulteriori chiusure a vetri; 
  • approntare banconi, inclusa la seconda biglietteria, e pannellature per esporre le opere.


Il Museo di Santa Caterina è stato recentemente ristrutturato e con ottimi risultati sia estetici che funzionali, inclusa l'illuminazione che per molti altri musei e sale espositive rappresenta una nota dolente.
Ritengo ancora più assurdo procedere ad una nuova ristrutturazione utilizzando le scarse risorse del Comune. Risorse che potrebbero essere destinate al completamento del museo Bailo, ora ancora in fase di ristrutturazione, così da approntare alcune sale con le dotazioni impiantistiche necessarie per ospitare le mostre delle "preziose" opere promesse da Goldin.
Si eviterebbe così una spesa per rifare qualcosa che funziona e che non necessita di interventi di manutenzione straordinaria.

Dobbiamo ricordarci, inoltre, che la città è ancora priva di rete fognaria, situazione da terzo mondo e che probabilmente sfugge a chi redige le classifiche della "qualità di vita" delle città italiane. Quasi tutto il centro storico, ma non solo, scarica i propri reflui nell'amato Sile e negli altri canali che confluiscono in esso.
Strade, piste ciclabili e marciapiedi sono assenti, parziali o in pessime condizioni di manutenzione.
Tutto ciò mentre assistiamo all'arbitrario stanziamento di ingenti risorse all'adeguamento di Santa Caterina per le mostre di Goldin, sottraendole dal bilancio dei fondi destinati alla realizzazione di opere di urbanizzazione in quanto derivanti dai contributi di chi richiede i "permessi di costruire" immobili.

Assistiamo, inoltre, alla ripetizione della recente esperienza sulla gestione dei rifiuti in cui il Comune di Treviso ha consegnato le chiavi della città alla società Contarina che si può permettere di fare il bello e il cattivo tempo su tutto, salvo incerte e traballanti tentativi del Comune di correre ai ripari.
Ora è il turno della gestione dei musei ad opera di Goldin!

Tutto questo accade, ancora una volta, a spese dei cittadini. Infatti gli sponsor, al più, finanzieranno le mostre, i cui ricavi resteranno agli organizzatori privati, mentre le donazioni dei privati con il cosiddetto Art Bonus valgono come credito di imposta, e quindi sono tasse non pagate, per almeno il 50% degli importi donati. E, nonostante questo, per Santa Caterina, al momento, non arriviamo nemmeno alla cifra di 200.000 euro di donazioni sul milione e duecento mila euro messo a bilancio.
Il fatto che forse la regione contribuisca con una parte di risorse non ci sembra una grande conquista visto che le tasse pagate in Veneto escono comunque dalle tasche di noi cittadini, trevigiani inclusi.

Ancora una volta, tutte le risorse della città destinate alla cultura si concentrano su un'unica e sola azione, totalmente vincolata alla buona volontà e alla capacità di un singolo soggetto che, se e quando si stufasse o non avesse la giusta gratificazione, potrebbe trovare un'altra "location" lasciando, come già accaduto, il deserto dietro di sé...

Bene che vada questa operazione darà lustro, e magari consenso elettorale, per qualche tempo a un'Amministrazione pubblica che delega responsabilità, doveri ed oneri ad altri: pochi, pochissimi privati lasciati liberi di operare come credono senza che ci sia alcuna visione, progettualità o regia complessiva.

Tutto si riduce e giustifica alla semplice e un po' limitata previsione di richiamare turisti a Treviso...
Gran magra prospettiva per chi aveva promesso di riportare la cultura al centro della politica e dell'amministrazione di Treviso.

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